Il credito d’imposta per Ricerca & Sviluppo

Il recente decreto “Destinazione Italia” inserisce un credito d’imposta per le spese sostenute dalle imprese in attività di Ricerca e Sviluppo.

Possono beneficiare della suddetta agevolazione tutti i titolari di redditi d’impresa con un fatturato annuo inferiore a 500 milioni di euro, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano, nonché dal regime contabile adottato. Tra questi, anche i consorzi e le reti di impresa che effettuano attività di ricerca, sviluppo e innovazione.

Il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 50% degli incrementi annuali di spesa nelle attività di ricerca e sviluppo, registrati in ciascuno dei periodi d’imposta, a condizione che siano sostenute spese almeno pari a 50 mila euro in ciascun periodo. Il bonus annuo non può superare i 2,5 milioni di euro.

Le attività premiabili con il bonus vanno dai lavori sperimentali o teorici per l’acquisizione di nuove conoscenze fino alla produzione e collaudo di prodotti, processi e servizi, a condizione che non siano impiegati o trasformati in vista di applicazioni industriali o per finalità commerciali. Quanto ai costi agevolabili, sono ammissibili le spese sostenute per il personale impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo, l’ammortamento di beni impiegati nelle predette attività, nonché i costi della ricerca svolta in collaborazione con le università e gli organismi di ricerca. Inoltre, il credito d’imposta riconosciuto non concorre alla formazione del reddito né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive ed è utilizzabile esclusivamente in compensazione su F24. Quanto alla decorrenza dell’aiuto si attende un apposito decreto, mentre la chiusura dell’operatività avverrà con l’esercizio 2016 incluso.

Il credito può essere richiesto esclusivamente con modalità telematica, e i documenti contabili allegati all’istanza devono essere certificati da un revisore legale.